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Il segmento testuale Manifesto del Partito è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 24Entità Multimediali , di cui in selezione 7 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 506

Brano: Manifesto del Partito comunista

riato e la borghesia. Lavorando dunque per l’unità e l’intesa delle forze democratiche in ogni paese, i comunisti proclamano « apertamente che i loro scopi non possono essere raggiunti che con l'abbattimento violento di ogni ordinamento sociale esistente ».

Il « Manifesto » termina con l’appel

lo « Proletari di tutti i paesi, unitevi! » che esprime il carattere internazionale del movimento comunista.

I tentativi di revisionismo

Gli anni trascorsi dal 1848 a oggi hanno dato la prova più concreta della grandezza del « Manifesto » e della verità della dottrina da esso pr[...]

[...]si era fatto sempre più profondo, cadendo i partiti delTInternazionale socialdemocratica sempre più in basso, sino a farsi complici di ogni sorta di regimi reazionari e persino del fascismo ».

11 « Manifesto » ha educato nuove generazioni, anche nella lotta contro il fascismo. Centinaia di antifascisti furono condannati durante il ventennio fascista perché nelle loro case era stato scoperto dalla polizia, insieme con altre pubblicazioni, il « Manifesto del Partito comunista ». Durante gli anni della clandestinità ne furono stampate in sottilissima carta « riso » migliaia di copie che vennero poi inviate in Italia, nascoste in valigie a doppio fondo o a bordo di navi mercantili con la collaborazione di marinai antifascisti. In un opuscolo, stampato nel 1932 a cura del Centro estero del P.C.I. e intitolato « Per conoscere la dottrina comunista », il « Manifesto » era tra i primi testi di cui veniva consigliata la lettura.

I quadri della Resistenza e della Guerra di liberazione conoscevano il « Manifesto » e in esso trovarono indicazioni preziose anche[...]

[...]In un opuscolo, stampato nel 1932 a cura del Centro estero del P.C.I. e intitolato « Per conoscere la dottrina comunista », il « Manifesto » era tra i primi testi di cui veniva consigliata la lettura.

I quadri della Resistenza e della Guerra di liberazione conoscevano il « Manifesto » e in esso trovarono indicazioni preziose anche per la funzione da assolvere nei confronti degli altri partiti antifascisti. Una accurata edizione italiana del « Manifesto del Partito comunista » è stata pubblicata dalle Edizioni Rinascita, su traduzione di Paimiro Togliatti, nel 1955. Innumerevoli riedizioni si sono avute per iniziativa di varie case editrici.

Mann, Heinrich

N. a Lubecca il 27.3.1871, m. a Santa Monica (Stati Uniti) il 12.3. 1950; scrittore tedesco.

Dopo un giovanile soggiorno in Italia che non sarebbe rimasto senza traccia nella sua produzione letteraria (in particolare nel romanzo Die Kleine Stadt del 1909), nel 1898 si trasferì a Monaco di Baviera, dove visse prevalentemente fino al 1933, svolgendovi la maggior parte

della sua attività di l[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 505

Brano: Manifesto del Partito comunista

sta, nel 1939 fu condannato dal Tribunale speciale a 6 anni di reclusione.

Dopo T8.9.1943 partecipò alla Guerra di liberazione, nelle file della Resistenza reggiana, membro del Comitato di zona del P.C.I. nel Ramisetano e ispettore di una Divisione Garibaldi.

Maniera, Aristodemo

N. a Castellamare Adriatico (Pescara) il 5.8.1903; capitano di lungo corso. Attivo nella Gioventù socialista fin dal 1918, nel 1921 fu tra i fondatori del Partito comunista. Negli anni del dopoguerra partecipò alla rivolta dei soldati ad Ancona e agli scontri degli Arditi del popolo (v.), con le [...]

[...]44, tornò nel maquis e prese parte a vari combattimenti.

Nell’aprile 1944 rientrò in Italia, attraversando a piedi le Alpi. Raggiunse Milano e successivamente Macerata, dove partecipò all’organizzazione politica e militare della lotta di liberazione.

Nel dopoguerra fu eletto deputato al Parlamento nella prima e nella seconda Legislatura della Repubblica. Successivamente ha ricoperto numerosi incarichi politici e sindacali per il P.C.I..

Manifesto del Partito comunista

Programma del comuniSmo scientifico, steso da Carlo Marx (v.) e Federico Engels (v.) tra il dicembre 1847 e il gennaio 1848 e pubblicato per la prima volta a Londra nel febbraio 1848. In quegli stessi giorni esplodevano moti insurrezionali a Milano e a Berlino. Il « Manifesto » costituisce la prima, organica esposizione della concezione del mondo della classe operaia.

Il « Manifesto del Partito comunista » formula « con una chiarezza e una concisione geniali la nuova concezione del mondo, il materialismo conseguente, esteso anche nel campo della vita sociale; la dialettica come la più completa e profonda dottrina dell’evoluzione; la teoria della lotta di classe e la funzione storica rivoluzionaria del proletariato, creatore della nuova società, della società comunista » [Lenin).

L’esposizione è ripartita in quattro capitoli: 1) Borghesi e proletari; 2) Proletari e comunisti; 3) Letteratura socialista e comunista; 4) Posizione dei comunisti rispetto ai diversi partiti di opposizio[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 457

Brano: [...], Carrà l’attuerà nello stesso periodo con I funerali dell'anarchico Galli, un’opera a cui certamente ha pensato George Grosz allorché, nel 191718, dipinse il Funerale dell'anarchico Panizza.

Questi bagliori di anarchismo, di socialismo libertario, di volontà eversiva, nel futurismo di quei primi anni sono senz’altro assai vivi. Per rendersene conto, basta rileggere i manifesti politici redatti allora da Marinetti, fra tutti in particolare il Manifesto del Partito futurista italiano, pubblicato per la prima volta nel febbraio del 1918, in occasione appunto della trasformazione del movimento futurista in partito. Si tratta di un manifesto che riprendeva, sviluppandola alcu

ni punti più sbrigativamente enunciati nel Primo manifesto politico per le elezioni del 1909 e nel Programma politico futurista pubblicato nel 1913.

In esso vi si leggono dichiarazioni come le seguenti: « Abolizione dell'autorizzazione maritale, divorzio facile. Svalutazione graduale del matrimonio per l’avvento graduale del libero amore e figlio di Stato. Preparazione della fut[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 67

Brano: [...] lavoratrici, che furono approvati all'unanimità dal comitato.

Nell'indirizzo si dava una valutazione delle vicende del movimento operaio dopo i moti rivoluzionari del 1848; si indicava come obiettivo fondamentale del proletariato la conquista del potere e l’abbattimento del capitalismo; si affermava il principio generale che l’emancipazione della classe operaia doveva essere conquistata dalla classe operaia stessa. Si concludeva, come già il Manifesto del Partito comunista, con la parola d’ordine « Proletari di tutti i paesi, unitevi! ».

Nello statuto veniva affermata, nel rispetto della autonomia delle organizzazioni nazionali, la necessità di una centralizzazione che garantisse unità d’azione al proletariato mondiale. Le organizzazioni operaie esistenti in ogni paese, di qualsiasi tendenza fossero, dovevano unirsi in una Federazione nazionale e, attraverso di essa, aderire all’Internazionale. Nei primi anni le varie organizzazioni operaie (Trade unions, Società di mutuo soccorso, cooperative ecc.) avrebbero conservato le loro specifiche denominaz[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 87

Brano: [...]nsapevolezza del carattere supernazionale della lotta per il socialismo, incompatibile con gli egoismi e gii esclusivismi nazionalistici.

Come presa di posizione sul piano ideale e politico, l'internazionalismo proletario coincide con la trasformazione della classe operaia da classe « in sé », come dato obiettivo, in classe « per sé », come soggetto consapevole della propria missione storica. Il concetto è riassunto neH’appello conclusivo del Manifesto del Partito comunista (v.) del 1848: « Proletari di tutti i paesi unitevi! ».

Carattere internazionale del capitale

Anche il capitale è una forza internazionale. Tutte le volte in cui il sistema capitalistico è stato messo in pericolo dalla lotta dei lavoratori, gli stati capitalistici hanno sempre saputo trovare tra loro forme di solidarietà, superando momentaneamente i contrasti più accesi. Classico, in tal senso, fu l'esempio della collaborazione tra prussiani e versagliesi per schiacciare la Comune di Parigi nel 1871.

Analoghe situazioni si sono ripetute nel corso della storia più recente: n[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 308

Brano: [...]

Lenin, conquistato dalle idee di Marx, ne studiò le opere e divenne un attivo propagandista. Trasferitosi nel 1889 con la famiglia a Samara (oggi Kuibyscev), continuò gli studi fino a conseguire la laurea in Legge (1891). Tra il 1892 e il 1893 patrocinò in Tribunale una quindicina di cause di contadini poveri. Al tempo stesso continuò la sua propaganda antipopulista tenendo conferenze e organizzando dibattiti sulle opere marxiste; tradusse il Manifesto del Partito comunista e contemporaneamente fondò il primo circolo marxista di Samara; studiò

10 sviluppo e i mutamenti economici della società contadina, la vita del villaggio russo, le stratificazioni sociali nelle campagne; nel 1893 scrisse il suo primo saggio (Nuovi spostamenti economici nella vita contadina] .

A Pietroburgo

Lasciò Samara nell’agosto 1893 e, dopo aver preso contatto con i gruppi marxisti di Niznij Novgorod e di Mosca, raggiunse Pietroburgo, entrando a far parte di un circolo marxista della capitale.

11 circolo « si proponeva, — scriverà Lenin più tardi, — compiti molto vas[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 573

Brano: [...], Helvétius); filosofia classica tedesca [Kant, Fichte, Schelling, Hegel); storici francesi dell’età della Restaurazione; letteratura socialista francese 17941848; economisti della scuola classica (fisiocratici, Smith, Ricardo, Slsmondi, Malthus, Bastiat).

II primo ciclo di letture marxiane deve comprendere i seguenti titoli: « Introduzione alla critica della filosofia hegeliana del diritto », « Tesi su Feuerbach », « L’ideologia tedesca », « Manifesto del Partito comunista », « Lavoro salariato e capitale », « La lotta di classe in Francia dal 1848 al 1850 », «Il 18 brumaio di Luigi Bonaparte », «Salario, prezzi e profitto », « La guerra civile in Francia », « Critica al programma di Gotha », e scelte di lettere su singoli argomenti pubblicate a più riprese (« Lettere scelte », « Lettere sul Capitale », « Lettere a Kugelmann », « Carteggio MarxEngels », ecc.).

Il secondo ciclo di letture dovrà essere preceduto da uno studio attento almeno delle opere principali di A. Smith [Ricerca sulla natura e sulla causa della ricchezza delle Nazioni, 1776), di[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Manifesto del Partito, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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